Mi sono a volte sentita chiedere “tu sei per l’allattamento a richiesta o a orario?”, ma ho sempre trovato che questa domanda fosse una domanda mal posta. Non è una questione di opinioni o di scelta, ma di biologia: come funziona l’allattamento? Quali sono i meccanismi biologici che permettono la produzione di latte in quantità adeguata ai bisogni del bambino?
Una volta che si conosce quale sia la fisiologia della produzione di latte (che può essere approfondita leggendo questo articolo), diventa evidente che non si tratta di scegliere una scuola di pensiero. Sappiamo che la produzione di latte è regolata essenzialmente da un meccanismo di domanda e offerta basato su una proteina, il FIL (feedback inhibitor of lactation), che rallenta la velocità di produzione di latte quando si accumula all’interno del seno. Come conseguenza, più il seno resta pieno, meno latte verrà prodotto successivamente, e al contrario, più il seno viene drenato, più latte successivamente verrà prodotto. Questo, unito al fatto che la capacità mammaria del seno è diversa e specifica per ogni donna, e che le preferenze e le capacità di ciascun bambino sono individuali, ci fa capire come non sia possibile stabilire a priori e in modo esogeno una “tabella dei pasti” che possa assicurarci la crescita del bambino e la sostenibilità dell’allattamento al seno. Per funzionare bene, invece, l’allattamento ha bisogno della comunicazione diretta tra sistema bambino e sistema mamma.
Ma c’è un’altra parte ancora che è molto importante e sulla quale non si riflette abbastanza. Molti sistemi complessi, nelle scienze, risultano robusti e resilienti quando c’è “ridondanza”, cioè quando ci sono diversi percorsi che portano all’obiettivo, che si rinforzano l’un l’altro, e sono pronti a compensare eventuali malfunzionamenti degli altri percorsi.
L’allattamento è uno di questi sistemi che prosperano con la presenza di percorsi ridondanti. Questa “ridondanza” rende il sistema allattamento robusto e più forte di fronte a squilibri occasionali.
Il bambino che poppa non solo per fame ma anche per coccola, consolazione e per dormire, riesce più facilmente a raggiungere il suo potenziale di crescita, perché se qualcosa lo porta fuori equilibrio, come una malattia che riduce il suo appetito ad esempio, il bisogno di coccola lo indurrà comunque a poppare per consolarsi del malessere, riducendo l’impatto della malattia sulla crescita, sul suo benessere e sull’allattamento. La molteplicità di bisogni che spinge il bambino a poppare crea nel sistema allattamento quel “margine” necessario per affrontare i momenti difficili che potrebbero interferire con una crescita pienamente adeguata, perché determina un livello di produzione di latte più alto di quanto non succederebbe se il bambino poppasse solo per fame.
Se si limita il seno alla sua funzione strettamente nutritiva, questo meccanismo forte dell’allattamento, che garantisce questo margine di sicurezza, viene a mancare. A interferire con un allattamento solido e resiliente, perciò, non è solo l’allattamento a orario, ma anche l’approccio pedagogico che incoraggia i genitori a “distinguere” e separare i bisogni del bambino, a non rispondere con il seno ma stabilire da subito risposte attentamente differenziate e routine che abituino il bambino a consolarsi senza poppare.
È certamente importante che il genitore osservi il bambino e impari a rispondere in modo appropriato al proprio figlio, ma secondo me questo può essere racchiuso in una semplice indicazione nel contesto dell’allattamento: "il seno è sempre la risposta giusta, se funziona". Un bambino che cresce vorrà anche giocare, e diventerà irrequieto al seno, un bambino che ha bisogno di fare il ruttino o essere cambiato non popperà volentieri. Tra questo atteggiamento di semplice osservazione e un approccio che pone enfasi sulla “necessità” per il genitore di distinguere i bisogni, c’è una differenza importante negli effetti: il secondo rischia fortemente di interferire con il meccanismo fondamentale dell’allattamento, quello che gli permette di funzionare correttamente.
L’allattamento a richiesta è un meccanismo biologico che permette la comunicazione all’interno del sistema mamma-bambino, che porta a un equilibrio solido e sostenibile dell’allattamento. Perché questo equilibrio sia stabile, la richiesta deve essere intesa non solo come fame, ma anche come bisogno di altro: dormire, essere coccolato, sentirsi sicuro e amato...
Se il bambino è felice al seno, quella era la risposta giusta.
Quando un genitore non riesce a gestire l’allattamento a richiesta, per carattere, necessità personali o ambientali, la risposta dell'operatore deve analizzare la situazione specifica e trovare risposte differenziate che aiutino quel genitore, tenendo conto sia delle sue necessità che delle necessità del bambino e dell’allattamento. Dare strumenti al genitore per capire meglio il proprio bambino è importante, ma è anche fondamentale aiutarlo a capire i meccanismi dell’allattamento, perché possa gestire il tutto all’interno della propria vita.
Se stai facendo fatica a gestire il tuo allattamento a richiesta, se vuoi più informazioni, o se hai qualsiasi dubbio sull'allattamento, puoi prenotare una consulenza di persona, o una videoconsulenza remota se sei lontana.