Se dico "Triade" a cosa pensi? Se sei un medico forse pensi alla triade di Charcot, se sei un militare alla deterrenza nucleare, se sei un appassionato di Hugo Pratt alle Lanterne Rosse e Shangai-lil.
Ma se sei una consulente professionale in allattamento IBCLC certamente penserai immediatamente a un'altra Triade: Sostegno-Protezione-Promozione dell'allattamento.
- Si sostiene l'allattamento quando si dà un aiuto, spesso anche molto tecnico e concreto, alla diade allattante mamma-bambino perché l'allattamento sia efficiente e facile per il bambino, non doloroso per la mamma e sufficientemente pratico per tutta la famiglia.
- Lo si protegge quando si contrastano i tentativi, spesso professionalmente molto scaltri, dell'industria del latte artificiale e del cibo per l'infanzia di scalzare l'allattamento dalla sua posizione di norma fisiologica al fine di conquistare nuove e illegittime "quote di mercato": E sempre di protezione si tratta quando si contrasta lo pseudo-sostegno e l'anti-sostegno, cioè tutti i consigli fuorvianti, o addirittura controproducenti, che portano a tanti fallimenti dell'allattamento.
- Infine si promuove l'allattamento quando si favorisce la consapevolezza sociale dei benefici dell’allattamento, prima di tutto, ma non solo, in termini di salute della mamma e del bambino. Ovverossia, si favorisce la consapevolezza dei fattori di rischio rappresentati dal non allattamento, che è la stessa cosa, ma vista da un altro punto di vista (se, e quando, usare un linguaggio piuttosto che l'altro è un problema non banale).
Le tre componenti della Triade sono certamente interconnesse, ma anche sufficientemente distinte da rendere il concetto di Triade utile nel linguaggio e nella pratica. A me il concetto è risultato utile in particolare quando ormai diversi anni fa riflettevo su come impostare il mio lavoro di consulente professionale IBCLC. Quanti dei miei sforzi dovevano essere investiti in ciascuna componente della Triade? Per una appassionata di torte come me fu inevitabile essere portata a pensare alla triade come a una ricetta: come trovare le dosi di sostegno, protezione e promozione per una "torta" che mi soddisfacesse? Guardandomi attorno una cosa mi è sembrata chiara: la componente promozione era in genere mal dosata relativamente alle altre. Tanta promozione e poco vero sostegno efficace portano a mamme insoddisfatte: lo sarei anch'io se mi si dicesse che l'allattamento è importantissimo ma non mi si desse l'aiuto necessario a superare le difficoltà che incontro. Nella torta cioè veniva immessa una quantità di promozione decisamente sovrabbondante, considerando la promozione come se fosse la farina nella ricetta, mentre a me sembrava che la promozione dovesse essere usata come il lievito: piccole quantità dosate molto accuratamente tramite il feed-back che deriva dall'osservazione del risultato finale della torta.
Queste riflessioni sulla nostra Triade mi sono tornate in mente leggendo nel bel libretto della Campagna Nastro Rosa 2017 curato dalla Lega Italiana per la Lotta Contro i Tumori i due elenchi dei fattori di rischio del tumore al seno. Nel primo elenco (pag.9) ci sono i fattori di rischio non modificabili, ad esempio l'età, la familiarità, alcune mutazioni a carico di specifici geni (BRCA1 e BRCA2). Nel secondo (pag. 11) i fattori di rischio modificabili, ad esempio l'obesità, la scarsa attività fisica, lo scarso consumo di frutta e verdura, il consumo eccessivo di alcolici. Mi ha colpito molto che il non allattamento sia stato inserito tra i fattori di rischio non modificabili.
Si tratta di un fatalismo molto diffuso, secondo cui il latte “o c'è o non c'è”, esattamente come la presenza di una particolare mutazione genetica, e nulla può fare la mamma o l'operatore sanitario per cambiare il corso degli eventi. Credo anche di capire alcune cause che portano a questo estremo fatalismo. Un po' è il timore di non essere abbastanza inclusivi e rispettosi per tutte quelle mamme che non vogliono o non possono allattare, o che addirittura non vogliono o possono avere figli. E un po' è il fatto che chi ha scritto il libretto ha probabilmente visto troppo spesso, come me, torte indigeste per il troppo lievito e la poca farina, o per la farina di scarsa qualità. Ma la soluzione adottata è tristemente simile al digiuno per tutti, a una non-torta. Perché inserire il non allattamento tra i fattori di rischio non modificabili equivale a negare la possibilità stessa del sostegno all'allattamento, se non nella forma in cui esso è spesso frainteso, cioè come dei "pat pat" sulla spalla di incoraggiamento e consolazione. E come inevitabile corollario significa anche implicitamente rinunciare del tutto alla promozione, perché dire che allattare i figli è un fattore di prevenzione del tumore al seno, ma è un fattore non modificabile, che promozione è? Acciderboli, non sarà modificabile per tutte le mamme, ma per tantissime che si danno da fare per superare le difficoltà, modificabile lo è eccome!
La ricetta della mia torta (alias consulenza) è assolutamente personale, i gusti sono gusti, ma per me una buona farina (alias un sostegno efficace) è decisamente la base fondamentale. Uova, burro e zucchero (le varie forme della protezione dell'allattamento) richiedono dosi e caratteristiche attentamente studiate. Di lievito (promozione) posso assicurare che non ce n'è un milligrammo in più di quanto necessario a far lievitare la torta. Le prove di degustazione delle mamme sono andate mediamente piuttosto bene. I bambini di solito non verbalizzavano ancora molto, ma i loro sorrisi e in generale la loro comunicazione non verbale sono stati più che sufficienti ad incoraggiarmi a non essere fatalista, in questo così come in altri campi.